Per le suore del monastero di Santa Elisabetta, il nostro centro di accoglienza per uomini svantaggiati è territorio di Dio. Nessuno lo mette mai in dubbio. Tutti crediamo che Dio abbia scelto questo luogo per dare rifugio ai suoi figli perduti, nei quali l'immagine di Dio si è affievolita. A Lysaya Gora, la porta è sempre aperta per i bisognosi, gli affamati, i senzatetto e gli emarginati. Diamo rifugio a tutti coloro che non hanno un altro posto dove andare.
La maggior parte di loro ha un passato problematico, una lunga fedina penale e anni di vagabondaggio e di uso di alcolici alle spalle. Le loro vite traboccano di peccato; non potrebbero cadere più giù. Hanno perso tutto quello che avevano nella vita e non hanno quasi più nulla.
Eppure, da qualche parte nel profondo del loro cuore, covano una flebile speranza e la volontà di ricominciare e iniziare una vita diversa. La cascina, dove vivono, dà loro la possibilità di farlo. Ma l'unico modo per trarne beneficio è la preghiera e l'aiuto di Dio.
La chiesa che sorge sopra la cascina è dedicata all'icona della Madre di Dio "Calice inesauribile". In questi giorni luminosi del tempo pasquale, ci stiamo preparando a celebrare la sua festa patronale. Stiamo tutti pregando intensamente davanti a questa icona per la salvezza di tutti questi uomini. Chiediamo a Dio il dono della sua intercessione mentre ricordiamo i miracoli legati all'immagine della Vergine.
L'icona raffigura il Cristo bambino in piedi nel calice, il Santo Calice della Comunione che non può essere esaurito, come l'Agnello di Dio mangiato sempre ma mai consumato. Con le braccia alzate verso il cielo, sua madre offre al Padre suo Figlio, ucciso prima di tutti i secoli. Come un primo sacerdote, alza le braccia al Padre dei cieli, sacrificando a Lui il proprio Figlio. Sta pregando per ogni peccatore. Lo supplica di concedere la sua gioia inesauribile, la sua rassicurazione e la sua misericordia a chiunque la chieda in buona fede.
Il miracoloso ritrovamento dell'icona avvenne nel 1878. Un contadino della provincia di Tula, in Russia, valoroso soldato in pensione, era posseduto dalla passione per il bere. Si era ubriacato fino a diventare povero e malato; non riusciva a reggersi in piedi. Una notte, un anziano dall'aspetto santo gli apparve in sogno e gli ordinò: "Vai al Monastero della Santissima Vergine a Serpukhov. Trova la sua icona "Calice inesauribile", servi un Moleben e troverai la guarigione del corpo e dell'anima".
Senza soldi in tasca e senza forze nelle gambe, il contadino non poteva affrontare il viaggio. Ma l'anziano gli apparve altre due volte ed egli non osò ignorare le sue parole. Quando arrivò al monastero, il contadino chiese di servire un Moleben davanti all'icona "Calice inesauribile ", ma nessuno sapeva dove fosse. Qualcuno si ricordò dell'icona con una coppa nel passaggio verso la sacrestia. Quando la trovarono, lessero sul suo retro, con stupore, le parole "Calice inesauribile". Il contadino riconobbe nel Venerabile Balaam il santo anziano del suo sogno. Tornò a casa un uomo diverso.
Riflettendo sulla storia dell'icona, padre Andrea Lemeshonok osserva: "Chi ha passato decenni dietro le sbarre forse capirà la propria indegnità più acutamente rispetto alle persone più agiate che vengono trattate con grande rispetto e non sentono altro che elogi. Ma l’apparenza può ingannare e anche queste persone benestanti possono inciampare e cadere, siamo sempre essere umani! Forse chi è solo, povero ed emarginato è più vicino a Dio, perché è consapevole di non avere nulla e di non avere nessun altro ad attenderlo tranne Lui.
Immaginiamo il miracolo di Dio che si dipana davanti ai nostri occhi. È l'inizio di una nuova vita, un passaggio a una vita con Dio. Ringraziamo quindi Lui e speriamo che questa cascina cresca e aiuti altre persone".