Possiamo credere di essere padroni della nostra vita e fare progetti per decenni, per poi un giorno vederli deragliare. Tuttavia la Scrittura ci dice che: "Quanto a me, sono povero e infelice; ma il Signore prenderà cura di me.”
Ci è mai venuto in mente che con Dio niente è privo di significato? Senza subire una perdita, come possiamo apprezzare un guadagno? Come possiamo abbracciare la gioia senza conoscere alcun dolore?
L'uomo nato cieco è stato scelto da Dio. Ha sofferto nelle tenebre e nella cecità senza fine per rendere visibili al mondo e all'universo le opere meravigliose di nostro Signore.
Nella sofferenza della lotta interiore, nasce l’uomo nuovo. Forse il momento di questa rinascita è quello che ci rende simili alla Samaritana.
Desideriamo miracoli ma dimentichiamo che Cristo è vicino e pronto a dirci "Alzati, prendi la tua stuoia e cammina! Cammina dietro di me".
La nostra ostinazione alle nostre passioni, rancori e dispiaceri non ci porterà lontano sulla via del Signore. Non ci terrà lontani dalla disperazione, frustrazione, delusione e fallimento.