Il 6 maggio nelle nostre chiese commemoriamo San Giorgio il Vittorioso. Lo glorifichiamo come un Grande Martire perché ha sopportato incredibili tormenti che sfidano la nostra immaginazione. Da vero confessore della fede, rimase con Cristo e sopportò tutto per amor suo. Come si legge nel Vangelo, «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10, 32-33). Le prove e sofferenze a cui fu sottoposto hanno portato molti a credere in Cristo.
Le icone lo raffigurano mentre trafigge un drago con la spada. Secondo la tradizione della Chiesa, il drago viveva in un lago ai piedi delle montagne libanesi vicino alla città natale del santo, Beirut. Il drago esigeva sacrifici umani. Ogni anno, gli abitanti di Beirut tiravano a sorte per dare in pasto i loro figli al drago. Un giorno venne il turno per il sovrano del paese di sacrificare la sua propria figlia. La giovane, che non era ancora convertita a Cristo ma aveva sentito parlare della sua potenza, pregò perché la salvasse da questa orribile morte. Mentre pregava, arrivò il vittorioso cavaliere Giorgio. Dio lo aveva mandato per proteggere la giovane donna e convertire gli altri a Cristo. Quando il drago emerse dall'acqua, San Giorgio lo uccise con la spada e invitò tutti i presenti a ringraziare il Dio misericordioso per la loro miracolosa liberazione. Come leggiamo nella vita di San Giorgio, più di 25mila uomini e un numero imprecisato di donne e bambini furono battezzati.
San Giorgio il Vittorioso compì molte altre imprese durante il regno dell'imperatore romano Diocleziano, che aveva lanciato una feroce persecuzione dei cristiani e della Chiesa mai vista prima nella storia umana. Per arrestare il declino del paganesimo nell'impero, l'imperatore Diocleziano aveva ordinato lo sterminio di tutti i cristiani. San Giorgio distribuì tutti i suoi beni ai poveri e liberò i suoi schiavi. Poi andò nel luogo dove si radunavano gli idolatri e confessò la sua fede in nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Fu arso vivo, fecero a brandelli le sue carni legato ad una ruota di tortura sospesa al di sopra di lame trancianti, misero i suoi piedi in ceppi con punte di metallo rovente, gli fecero ingurgitare del veleno. Egli sopportò tutte queste torture con la potenza di Cristo, senza mai perdere i sensi. Con la sua confessione della fede cristiana e il disprezzo della morte, ottenne la vittoria finale sul mondo che è sottomesso al male. L'esempio della sua fede, la preghiera e le grandi imprese indussero molti a credere in Cristo.
San Giorgio il Vittorioso è tuttora per noi un modello di uomo che si attiene alla Verità in un mondo in cui essa è stata abbandonata. Per giustificare la loro apostasia, molti affermano di servire un bene più grande, quando in realtà cercano soltanto benefici mondani. Ma la Verità è sempre la stessa. La Verità è Cristo stesso e la veridicità della Sua Parola. Sostenendo la Verità, restiamo sulla via del Regno dei Cieli. Preoccupiamoci perciò di riflettere maggiormente sulle nostre azioni e sulle decisioni nella nostra vita. Sproniamoci reciprocamente a vivere secondo i comandamenti di nostro Signore e l'alto livello spirituale mostratoci dai primi santi come Giorgio il Vittorioso.
Metropolita Pavel di Vyshgorod e Chernobyl, Igumeno della Lavra delle Grotte di Kiev